La Presidente Sartorato è intervenuta oggi al quarto Congresso della Fisascat CISL Belluno Treviso (il sindacato più rappresentativo del terziario nelle due province) dal titolo significativo “Costruiamo insieme il nostro domani. Valori, partecipazione, coraggio”.

Sartorato ha ringraziato la Segretaria Generale della Fisascat Cisl Belluno Treviso Patrizia Manca per l’intenso lavoro svolto nel mandato, per l’impegno nell’Ente Bilaterale, e anche per l’invito e per la sensibilità che ha dimostrato nel coinvolgere a questo evento congressuale tutti i soggetti, segno della volontà di dialogo e dell’apertura al confronto.

La Presidente ha proseguito poi condividendo le parole che Fisascat ha scelto per questo convegno: valori, coraggio, partecipazione, sottolineando come queste siano le parole con le quali, insieme, possiamo costruire un “lavoro buono” per le nostre imprese, ma anche per i lavoratori, le lavoratrici, le famiglie, la società tutta. Esse rappresentano una “trama” sulla quale potremo costruire il tessuto delle buone relazioni sindacali che da sempre hanno caratterizzato questa laboriosa e produttiva provincia.

Nel suo intervento la Presidente Sartorato si è soffermata su alcuni punti:

  • Condivisione del linguaggio, che sta diventando un linguaggio comune.
  • Necessità di comprendere insieme il particolare contesto storico che stiamo vivendo: calo demografico, fuga dei giovani, fuga dei talenti, ricerca di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, richieste di nuove competenze, lavori che spariranno e nuovi che compariranno, necessità di formazione, segmentazione tra generazioni negli ambienti di lavoro. Sono tutti aspetti in cui ciascuno di noi, a vario titolo, si confronta quotidianamente e sui quali siamo chiamati a dare risposte.
  • Consapevolezza della mancanza di risorse umane che la transizione demografica pone al nostro comparto. I dati Confcommercio che ci sono appena arrivati sono molto chiari ed eloquenti: mancano 258 mila lavoratori qualificati rispetto al 2024 (su base nazionale). Nel commercio mancano macellai, commessi professionali, gastronomi. Nella ristorazione mancano barman, camerieri di sala, pizzaioli, panificatori, nella ricettività mancano addetti ai piani, camerieri, cuochi. Sono numeri importanti che ci fanno capire che il futuro del settore si gioca sulla formazione, sulla competenza, e sicuramente anche sulla capacità delle imprese di dare stabilità.

In conclusione ha sottolineato come il “lavoro buono” oggi, non sia più solo un buono stipendio, ma molto di più: la possibilità di realizzare se stessi, di sentirsi parte di un contesto aziendale gratificante e competitivo, di poter condividere metodi, processi, obiettivi, risultati, la possibilità di costruire una buona vita per sé e per la propria famiglia. Tutto questo si costruisce sicuramente con la contrattazione, con il welfare, con la bilateralità, ma anche mettendosi in gioco reciprocamente, in quella logica del dare e del ricevere che diventa progresso economico e crescita umana.

 

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