17 MAGGIO, LA GIORNATA NAZIONALE DELLA RISTORAZIONE SI CELEBRA ANCHE IN PROVINCIA DI TREVISO

Forte di circa 5000 unità locali, quasi 22 mila dipendenti in provincia e molti format al proprio interno (ristoranti, trattorie, bar, pub, bistrot, enoteche), la ristorazione celebra sabato 17 maggio, la propria giornata nazionale, all’insegna dell’ospitalità, dell’accoglienza e del piatto tipico.

Tra le unità locali, una su tre è a conduzione femminile, una su cinque ha origine straniera, una su 10 è guidata da under 35.  La presidente di Fipe Dania Sartorato ha partecipato all’assise sulla ristorazione italiana (in foto) svoltasi a Roma.

La giornata nazionale, che si celebra in tutto il territorio italiano in vario modo, è giunta alla terza edizione e sta diventando un appuntamento sempre più sentito: a Roma il presidente Lino Stoppani, con una delegazione di Fipe, sono stati ricevuti al Senato della Repubblica dal Presidente Ignazio La Russa, dal Vicepresidente Gian Marco Centinaio e della senatrice Silvia Fregolent, segno di “riconoscimento strategico dell’importanza della ristorazione”.

Quest’anno è stato scelto l’UOVO come ingrediente simbolo della giornata: ogni ristoratore-esercente potrà scegliere liberamente come utilizzarlo.

La presidente Dania Sartorato invita tutti, cittadini e consumatori e turisti gourmet a: riflettere su questa giornata, a mettersi ai fornelli e a frequentare i locali perché rappresentano un ruolo sociale e culturale per l’economia e la società tutta. In tempi di cambiamento come questo, nelle città, nei paesi e nei quartieri – afferma Sartorato- siamo anche un presidio contro il declino ed un argine contro la microcriminalità.

Significativo, per questa giornata dell’ospitalità, prosegue Sartorato, la scelta dell’uovo. Nella sua apparente semplicità, l'uovo nasconde un potenziale straordinario in cucina. La sua versatilità lo rende un ingrediente fondamentale in innumerevoli preparazioni: dalle uova alla Bismarck a quelle strapazzate o in camicia, dalla maionese alla frittata, dalla pasta fresca alle polpette, dalle omelette ai soufflé e alle quiche. Fino alle colazioni salate, oggi in prima linea nelle diete chetogeniche. Per non parlare del mondo della pasticceria, è componente essenziale di torte, biscotti, meringhe, crema pasticcera, chantilly, budini e crêpes. Le possibilità creative sono infinite, e ogni preparazione permette di esaltarne diverse sfumature di sapore. Senza contare che per noi, a Treviso e provincia, è l’ingrediente principe del tiramisù”.

“A Treviso, provincia “cortese” e del buon vivere per eccellenza” – ribadisce la Presidente – “respiriamo la cultura dell’ospitalità e dell’accoglienza da decenni e sul tema ci abbiamo costruito attività, passaggi generazionali ed anche progetti formativi.

“Tradizione e innovazione” – prosegue Dania Sartorato – “sono le anime della ristorazione trevigiana. Come altri settori, tra le tendenze che si vedono, posso ribadire: la ristorazione in “catena”, ovvero più sedi di impresa facenti capo ad un’unica unità locale con diversificazione o anche unificazione dei format: Un modello che consente acquisti su scala ed interscambio dei dipendenti in base agli orari. Poi l’attenzione alla salute ed alla prevenzione: il tema della celiachia ad esempio, o più in generale delle allergie non rientra più solo tra gli obblighi ma diventa elemento distintivo, soprattutto tra le pizzerie. Poi gli aspetti ambientali, ovvero la gestione dei rifiuti, sempre più attenta, l’inclusione verso la disabilità e la diversità (adattamento degli ambienti), quindi l’approccio etico dell’impresa, la sostenibilità degli alimenti, la selezione e la filiera corta, la limitazione degli sprechi, una frontiera su cui torneremo presto a lavorare. Le generazioni Zeta hanno impresso due impulsi. Vediamo anche la la tendenza verso la “snackerizzazione” ovvero la richiesta di prodotti più semplici e veloci al posto di pranzi tradizionali e l’orientamento verso il cibo etnico e orientale. Il sushi è la pizza del sabato sera di un tempo, dei boomers di oggi.

Tra i momenti, l’aperitivo è il grande fulcro della convivialità e segna un recupero dei momenti di socialità, soprattutto per la generazione dei millennials, la colazione è l’occasione che ha subito meno l’impatto della pandemia, mantenendo visite abbastanza costanti nel tempo; il dopocena è ancora in difficoltà e soffre la mancanza di un target di frequentatori più giovani che probabilmente, con la pandemia, ha cambiato in modo sensibile le proprie abitudini di consumo. Il pranzo smart ha ripreso dopo il ritorno del lavoro in presenza. Cresce, in generale, la domanda di prodotti locali, naturali e rispettosi dell’ambiente”.

 

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