GLI EROI DELLA SPESA QUOTIDIANA NEL POST-COVID

Iniziativa organizzata da Fida provinciale in collaborazione con Fipe con la premiazione dei piccoli commercianti che durante la pandemia non hanno mai “staccato e tenuto duro”.

Summit dei “piccoli commercianti”. Mercoledi 22 settembre, alle ore 17, presso il ristorante Le Querce in via Talponera a Ponzano (TV), è stata organizzata una grande chiamata a raccolta per alimentaristi e ristoratori, per una riflessione a tutto tondo post-pandemia, alla vigilia di un nuovo autunno, ancora insidiato dal Covid. “L’obiettivo” - spiega il presidente degli alimentaristi di Fida provinciale Riccardo Zanchetta- è stato quello di ritrovarsi per premiare le nostre piccole attività, dislocate nelle frazioni più lontane o nei quartieri periferici, che in tutti i lockdown hanno tenuto duro prolungando gli orari e inventandosi nuove formule di vendita per accontentare la clientela oppure resistendo alle chiusure. Ma anche per riflettere, con esperti nazionali, su quello che ci ha insegnato il Covid, sul cambiamento dei modelli di consumo, sulle nostre prospettive. Una cosa è certa: non basta dire che, col Covid “è cambiato il mondo”, bisogna capire cosa è cambiato e cosa deve fare un piccolo commerciante per resistere nell’epoca del commercio digitale e del consumo consapevole. Noi abbiamo deciso di ripartire dal nostro gruppo Confcommercio e dalla formazione specialistica. Occorrono competenze sempre più elevate e le filiere si devono integrare e intersecare. Le Università parlano di ibridazione e di contaminazione tra settori, tra somministrazione e vendita, noi lo stiamo mettendo in pratica. Ora dobbiamo pensare di farlo sempre meglio e di mettere a regime quello che è il nostro bagaglio acquisito in campo pratica. La vendita non può essere disgiunta da una conoscenza ampia della cultura del cibo. Per questo motivo siamo noi i primi a tornare sui banchi di scuola: il progetto di formazione permanente “Food Academy” proseguirà anche per l’anno in corso e andrà a formare i commercianti e i ristoratori in loco, sulla base delle esigenze delle singole aziende. Il nostro è un mestiere antico per il quale non ci si può improvvisare, che ha tutte le intenzioni di ribadire la propria storicità. O si impara per genetica famigliare o si va a scuola, come per qualsiasi altra professione.”

L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con Fipe-Confcommercio, un settore che in provincia rappresenta circa 5.400 imprese della somministrazione, duramente colpito dal Covid, alle prese con una “perdita di attrattività”. “Con le riaperture”- spiega la presidente Dania Sartorato – “stiamo facendo fatica a reperire personale, molti hanno cambiato e si sono orientati su settori lavorativi meno esposti ai picchi e al lavoro nei week-end. Il futuro del nostro settore sta nella capacità di riacquisire attrattività agli occhi dei giovani, che spesso scappano alla ricerca di lavori meno esposti ad orari prolungati. Ora c’è spazio per le nuove dimensioni: delivery e asporto prima della pandemia non esistevano, ma adesso iniziano a rappresentare un mercato parallelo e chiedono nuove professionalità e corsi professionalizzanti. Ci sono ampie prospettive, è il momento di ripartire.”

L'evento è stato anche l'occasione per premiare i ”casolini" della Marca trevigiana che durante la pandemia non hanno mai “staccato e tenuto duro” (in foto alcuni dei premiati).

 

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