I SALDI? ANDAMENTO POSITIVO, MA PREOCCUPANO DAZI E MANCATA INTRODUZIONE DI WEB TAX
Buono il contributo allo shopping dei turisti che acquistano nei centri storici e nei negozi fisici
Appare tutto sommato “moderatamente” buono il bilancio della prima fase dei saldi estivi, anche se la presidente di Federmoda Beatrice Paludetti attende di “consolidare i risultati a fine stagione. Tutto sommato - afferma la presidente Paludetti - il quadro generale è di “tenuta” rispetto al 2024 che, in una condizione così turbolenta (dazi, guerre, clima, ecc.), non è un risultato trascurabile. Tra i trend emergenti, la prevalenza di scelte di acquisto razionali e programmate, l’acquisto in saldo è cioè sempre meno “capriccioso” e orientato al superfluo, rappresentando invece l’esito di una deliberata programmazione orientata alla riduzione del costo ma al mantenimento dello standard qualitativo. Altro trend di rilievo ed atteso: il contributo allo shopping dei turisti, soprattutto di quelli appartenenti al ceto medio e orientati a inserire nel contesto di una vacanza intesa come esperienza culturale anche l’acquisto di capi italiani di tradizione. Infine, si consolida il trend più auspicato e per nulla scontato, ovvero il ritorno al negozio “fisico”, soprattutto di prossimità, quale fonte di una relazione più strutturata, più affidabile e più trasparente, nel quale si inserisce anche un recupero del negozio plurimarca, apprezzato per la pluralità e la qualità dell’offerta sia di prodotto sia di prezzo”.
In un’estate che ancora può dare molto, non mancano le preoccupazioni per il comparto dettate - spiega la presidente Paludetti - dalle incertezze di scenario. La prima, a livello generale, è rappresentata dall’impatto dei dazi al 15%, che si presentano con aspetti ambivalenti: da una parte rappresentano un fattore di compressione del principale mercato di sbocco dell’industria nazionale della moda e quindi destinati a comprimere la propensione al consumo, dall’altra potrebbero invece potenzialmente valorizzare il ruolo del mercato locale come vettore di fatturato nelle strategie commerciali dei marchi nazionali, attirandovi misure speciali in termini di proposizione di prodotto, di integrazione della filiera, di assistenza alla rete. Ecco perché il tavolo veneto della moda, che favorisce l’alleanza tra produzione e distribuzione, diventa un elemento strategico di costruzione della catena di valore, frutto di quell’alleanza propulsiva tra chi produce e chi vende”.
In questo contesto così incerto dove la tracciabilità della filiera è fondamentale, e dove resta innegabile lo sforzo di capacità e di resistenza del negozio fisico come luogo di presidio delle città, appare sempre più impellente l’esigenza di introdurre una tassazione per i colossi internazionali dell’e-commerce, per ottenere quel percorso di parità fiscale tanto invocato dalla piccola e media distribuzione. La web tax- conclude la presidente Paludetti- se ben studiata ed applicata, potrebbe porre fine all’oggettiva concorrenza sleale messa in atto dai grandi colossi del settore beneficiari di un regime fiscale che penalizza le piccole attività in sede fissa”.